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La prima parte del racconto è consultabile qui

Nelle settimane a seguire gli incontri con il giovane ragazzo ed in particolar modo i contatti con l’equipe medica che lo ha in cura sono risultati molteplici, tant’è che gli stessi in diverse occasioni si sono dichiarati non concordi con all’avvio della procedura spiegando che, la necessità dell’interessato nel volersi trasferire avrebbe comportato la perdita del lavoro protetto nonché l’assistenza sociale e sanitaria.

La determinazione del giovane ragazzo e i presupposti evidenti relati al suo stato psicofisico hanno permesso ugualmente la stesura ed il deposito del ricorso

Su richiesta del Giudice Tutelare è stato ricercato un amministratore che potesse essere idoneo a ricoprire la figura di amministratore. Pertanto, è stato organizzato un incontro conoscitivo con un collaboratore dell’associazione di origine marocchina, in modo da poter agevolare il giovane ragazzo dal punto di vista linguistico. Tale soluzione però non è stata accetta dal ragazzo, esponendo fermamente la sua volontà di avere un amministratore di madrelingua italiana o tedesca.

È stata così fissata dal giudice una prima udienza, alla quale hanno preso parte l’interessato e l’assistente sociale. Si sono così susseguiti diversi incontri, fino alla nomina definitiva dell’amministratrice di sostegno.

.. Dopo un primo periodo di conoscenza, confronto e gestione tra l’amministratrice e il beneficiario, è stato richiesto dalla stessa un incontro diretto con il Giudice Tutelare. All’incontro sono state esposte le potenziali capacità di gestione ed organizzazione relative alla vita quotidiana del ragazzo e la reale impossibilità di trasferimento in un altro Comune. A conclusione dell’udienza è stata revocata la nomina di amministratore di sostegno a favore del ragazzo.