Adempimento ADS - un caso pratico

 

Caso: una badante di nazionalità ucraina convivente con la persona Beneficiaria chiede all'ADS se può accogliere temporaneamente in casa della beneficiaria la figlia in fuga dalla guerra in Ucraina. Quali sono gli adempimenti dell'ADS?

 

Incombenti ADS: 

1. valutare e confrontarsi con la Beneficiaria (e parenti) se la presenza di una terza persona in casa non sia un problema. 

Un sostegno che va oltre le distanze

 

I. è stato amministratore di sostegno per 10 anni. Ha cominciato il suo percorso quando l’associazione ha iniziato a muovere i suoi primi passi. Figlio unico di genitori divisi, nativo di Bolzano ma residente all’estero, era l’unico che potesse occuparsi di suo padre, affetto da un Alzheimer. Tra i primi soci iscritti, è stato subito disponibile a raccontarci la sua esperienza e di come sia stato essenziale per lui, ricevere un supporto costante.

Amministrazione di sostegno come lavoro a tempo pieno

Sono avvocato e ho assunto volontariamente l'incarico di amministratrice di sostegno per un “caso sociale” su richiesta dei servizi sociali. Sapevo fin dall'inizio che questo compito non sarebbe stato facile, né che potrei potuto contare su un'equa indennità commisurata al mio lavoro (che, siamo onesti, rappresenta il principale motivo per cui molte persone si propongono come amministratori di sostegno).

La disabilità in famiglia ai tempi del coronavirus: storia di una mamma amministratrice di sostegno e il suo giovane figlio autistico.

Siamo sempre alla ricerca di testimonianze sull'impatto del Covid-19 sulla quotidianità delle persone fragili, che possano rappresentare un momento di condivisione e riflessione per tutti coloro che stanno vivendo questa condizione, con il doppio delle difficoltà ma con un coraggio e una resilienza da vendere.

Questa volta abbiamo intervistato la signora C. nostra socia da qualche anno, madre di un giovane ragazzo affetto da autismo, M.

Covid-19: le difficoltà operative degli AdS e la necessità di sburocratizzare

Continua la nostra raccolta di testimonianze degli amministratori di sostegno durante le misure di contenimento contro la diffusione del Coronavirus, che rendono difficili gli spostamenti e bloccano anche le operazioni più semplici. La nostra associata L. , amministratrice di sostegno di un familiare, ci racconta le difficoltà che incontra nella gestione delle operazioni bancarie e i limiti di tutti quegli istituti di credito che non accettano autorizzazioni da parte dei giudici tutelari senza il cartaceo originale.

Essere amministratori di sostegno ai tempi del Covid-19

Abbiamo deciso di raccogliere alcune testimonianze tra i nostri soci amministratori di sostegno, che si ritrovano a ricoprire questo delicato ruolo durante l'emergenza sanitaria causata dal Covid-19. La quarantena sta facendo emergere ulteriori criticità nella gestione dei soggetti fragili ma ci sta anche regalando una preziosa opportunità per imparare nuovi metodi di lavoro più efficienti, che snelliscano la burocrazia.

Amministrazione di sostegno: obiettivo centrato!

Fare l’amministratore di sostegno è un compito impegnativo. Richiede tempo, pazienza, sensibilità, una forte vocazione. Nessuna ricompensa di natura economica però, vale la soddisfazione di vedere il proprio beneficiario felice, soddisfatto della propria vita, nonostante tutti i problemi.


Stiamo parlando di un caso di successo, in cui una buona amministrazione, ha fatto la differenza.

La mia esperienza come amministratore di sostegno

Mi chiamo Graziano, ho 40 anni, vivo a Merano e da 13 anni lavoro in casa di riposo in qualità di operatore socio sanitario (OSS).
Inizialmente ho frequentato alcuni corsi di formazione per motivi familiari; nel 2010 ho comunicato la mia disponibilità in tribunale per diventare AdS per persone terze.
Per me era un mondo tutto nuovo, " pieno di carte", troppa burocrazia .
Fin da subito cerco una relazione con il mio beneficiario con cui intendo trovare e instaurare un rapporto di reciproca fiducia.